lunedì 25 agosto 2008
The land of confusion
Too many men
Theres too many people
Making too many problems
And not much love to go round
Cant you see
This is a land of confusion
Genesis – Land of confusion
Ed ecco arrivare la parola fine alle tanto chiaccherate XXIX Olimpiadi di Pechino. Tanta confusione nella mia testa. Perchè da una parte tante cose non mi sono piaciute negli ultimi mesi. Il comportamento totalitaristico del governo cinese, le repressioni, politici che han chiesto agli atleti gesti che loro non hanno avuto le palle di fare, il finto stupore, la finta indignazione gli atleti trovati positivi al doping, le accuse reciproche. C'erano tutte le carte per disinteressarmi, questa volta, di queste olimpiadi. Ma così non è stato, perchè, come ogni quattro anni, sono stato rapito da quel qualcosa in più che ci sta dietro ai Giochi. Credo che non tutti possano capire. Beppe Grillo, che pur stimo e apprezzo per tanti e tanti motivi, scrive sul suo blog che le olimpiadi dovrebbero essere abolite. Penso che Beppe Grillo non abbia mai praticato sport.
Non posso arrendermi a credere che sia solo una finzione, un apparato scenografico, un baraccone colorato. Una delle cose che mi porto sem
pre dentro e che sempre porterò è il volto dei medagliati sul podio durante la premiazione. Le bandiere, gli inni nazionali. E' più forte di me, sento un groppo in gola. Il sogno, la fatica, la missione di una vita, l'espressione di un talento, di una dote celebrata in una manciata di minuti.
Sul podio della 4x100 Usain Bolt, l'esagerato Bolt, il rimproverato Bolt è l'unico dei Giamaicani a cantare l'inno. E viene investito da un alone di serietà che non è da lui. O che non si ritiene, generalmente, far parte di lui. Pochi minuti, certo, ma è proprio lì che si catalizza lo spirito olimpico, cui non ho mai visto sfuggire nessun atleta.
Ora credo di aver capito che non si potevano boicottare le Olimpiadi cinesi. Perchè non ci sono olimpiadi cinesi, inglesi, greche o americane. Olimpiadi. E basta. Resta poi al mondo e agli stati onorarle e mantenere la, purtroppo utopistica, tregua olimpica.
O forse no
This is a land of confusion
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