Immaginatevi: sono ad una corsa in montagna, di quelle toste salita dura e discesa tecnica. Quelle in cui sono una chiavica, tanto per intenderci. Tra i partenti l'amico-rivale Roberto "Re Leone" Masciadri, l'uomo che mai riesco a battere.
Partiamo e lui si invola per i sentieri. Ma la gara vogle a mio favore. Prima della cima lo sorpasso facilmente. Poi comincia la discesa e, incredibilmente, sono un camoscio, volo sui sassi. Mi giro e Re Leone è solo un puntino lontano.
Ma a 300 metri dall'arrivo comincia l'incubo. Sento un concorrente che scende scalpitando e mi urta la spalla. Mi giro ed è lui. Cerco di ostacolare il sorpasso, lo caccio indetro addirittura a manate sulla tesa, ma niente da fare. Di colpo sento che scompare dalla mia destra e mi supera al triplo della velocità a sinistra. Voglio stargli dietro, ma le gambe si fermano, mi sembra di correre nella pece. Sento il passo colloso, cerco di arrivare al traguardo in un senso di ansia terribile. L'andatura si fa sempre più lenta, è come correre nella colla e il traguardo è sempre lontano, non si avvicina mai.
E così mi sveglio di buon ora, nel mio letto, assonnato, con la vescica che reclama e con il pensiero che, accidenti, manco in sogno lo batto il Re Leone!
...
E se fosse un sogno premonitore?
Mha...meglio uscire a correre!

(Immagine: "Il Babau" , Lo Zio, http://mondozio.blogspot.com)