martedì 23 giugno 2009

20/06/09 Monza-Resegone

Monza, Arengario ore 19.30: la piazza è invasa da una folla festante. Ai banchi del ritiro pettorali si presentano anche quest’anno 184 terne tutte con un unico obiettivo: ritrovarsi dopo 42 km. A Capanna Monza a 1170 metri sul Resegone!
Molte le facce conosciute; in una sfarzosa camicia hawaiana ecco Colnaghi: la sua terna è senza dubbio la favorita, ma anche quella di Zenucchi non è da meno….. a noi però non interessa di certo combattere per il podio!
Sono ben 9 quest’anno le squadre schierate dall’AVIS Oggiono e altrettante dai Runners Bergamo. L’obiettivo quest’anno è duplice: il primo è quello di conquistare la coppa della società con più terne arrivate al traguardo e l’altra è una sorta di gara interna alla nostra società che l’anno scorso ci ha visti vincitori. Sappiamo però che quest’anno sarà molto dura raggiungere entrambi gli obiettivi. Ema è reduce da uno stiramento all’adduttore destro che l’ha limitato notevolmente negli allenamenti e la terna Biffi-Bosisio-Donghi è senza dubbio molto agguerrita ed equilibrata (scherzo della sorte partiranno immediatamente prima di noi). Alle 21:00 viene dato il via alla prima terna seguita ogni 20 secondi dalle altre. Partono prima le terne femminili, poi le miste e infine le terne maschili. Il tempo è molto incerto: nuvole nere incombono su Monza e mezz’ora prima della partenza inizia a piovere. Io decido di portare con me un Kway, scelta che poi risulterà quanto mai fondamentale. Il momento della partenza è emozionante: in ordine di pettorale si viene chiamati sul palco davanti a decine di fotografi e una moltitudine di gente che ti incita e ti applaude: sono 20 secondi in cui diventi protagonista della gara! Quando parti, tra 2 ali di folla festosa, senti veramente l’entusiasmo e l’ammirazione di tutti: tantissimi i bambini che ti chiedono di battere un cinque sulla mano.
In questo clima particolare i primi chilometri volano via. Raggiungiamo subito la terna precedente e con loro corriamo a buon ritmo fino al quinto chilometro quando decidiamo di forzare e provare ad andarcene. Ema sembra seguirci e allora proseguiamo superando diverse altre terne che tra battute spiritose ci cedono il passo. Fino a Merate procediamo bene con Ema che ci segue ad una decina di metri. Io continuo a voltarmi ed incitarlo e lui sembra tenere il passo, ma verso il 17° km lo sento urlare: il dolore alla gamba è ricomparso improvvisamente tanto da farlo zoppicare vistosamente. Decidiamo di fermarci al primo ristoro per chiedere del ghiaccio e a questo punto l’unico obiettivo che ci resta è quello di cercare di arrivare tutti e tre al traguardo. Iniziano a superarci le altre terne tra le quali riconosciamo quella di Colnaghi che decido di incitare accompagnandoli per qualche centinaio di metri. Dobbiamo cercare di far correre Ema fino a Calolzio, poi la salita permetterà di rallentare il ritmo. Ma arrivati ad Olginate ecco che inizia a piovere in modo consistente fino a trasformarsi in un vero e proprio nubifragio. Effettuiamo il cambio maglietta sotto la pioggia, indossiamo il Kway ed anche il faretto luminoso che diventa indispensabile per evitare di farci investire dalle auto visto che la strada per Erve è quasi completamente priva di illuminazione. La salita effettivamente sembra dare sollievo ad Ema che risente positivamente di un ritmo più lento. Dopo numerose curve raggiungiamo Erve. Alla soddisfazione di essere arrivati fin lì si sostituisce subito la preoccupazione di dover affrontare la parte più dura della gara in condizioni ambientali estreme. La pioggia scende incessante rendendo il sentiero scivoloso e a tratti simile ad un vero e proprio ruscello. Man mano che si sale la temperatura cala sensibilmente e l’acqua penetra fino alle ossa. Ci si mette anche la nebbia che nel buio della notte rende difficile individuare il sentiero: l’unico riferimento che mi resta è l’altimetro del mio Garmin che mi dà un’idea di quanto possa mancare a raggiungere il traguardo. Proseguiamo in queste condizioni per circa un’ora fin quando raggiungiamo improvvisamente Capanna Monza. La soddisfazione è grandissima! Do un’occhiata al tempo e leggo 4 ore e 15 minuti: visto come si erano messe le cose non è neanche male…. Il rifugio è una bolgia: non c’è uno spazio nemmeno x cambiarsi e rifocillarsi. Dietro un tendone si dà soccorso ai più provati. Il freddo si fa sentire e rimpiango di non aver messo nella sacca del cambio dei vestiti più pesanti. Finalmente la pioggia sembra dare una tregua ma l’avventura non è ancora finita: bisogna ancora tornare a Erve scendendo da un sentiero reso viscido dalla pioggia. Decidiamo quindi di incamminarci ed infatti il ritorno si dimostra più duro della salita con le gambe indolenzite e il rischio costante di scivoloni e storte. Dopo oltre un’ora e mezza raggiungiamo Erve dove abbiamo l’auto che ci riporterà a casa. Non abbiamo neppure la forza e la voglia di cambiarci i vestiti: accendiamo al massimo il riscaldamento e ci avviamo verso casa con le prime luci del giorno. Anche quest’anno la nostra Monza-Resegone l’abbiamo vinta!

Posted by KayakRunner
articolo originale su http://oggionokayakteam.blogspot.com/

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